mercoledì, maggio 20, 2009

Don't you wonder sometimes...

Oggi mi sono concesso un po' di elucubrazioni, un fiume di meditazioni tra il sonno e la veglia. Sdraiato immobile per un'ora, vago con la mente. Penso ai sassofoni, alle aperture melodiche e come ottenere IL suono; alla trilogia berlinese, alla leggenda del non-amore e alle vite trascorse; tratto i pensieri come scatolette di medicinali da riporre nei giusti cassetti, organizzo il magazzino cerebrale con meticolosità, esaltando le soluzioni impreviste, stivando ogni piccola intuizione per un "consumo futuro", impaccando le banalità con i rimpianti, le crisi con carnevale e le ragazze con la primavera.

Tutte queste cose e il trasporto elettrogenico hanno cospirato contro di me per spingermi a decidere come risolvere la mia paralisi introspettiva.

Babel finalmente ha una struttura quasi definitiva - non sopporto la parola definitiva, niente è definitivo - intendo, le singole parti si stanno allineando come un filo di perle per potersi fondersi infine senza soluzione di continuità. Ho ancora delle perplessità sulla quarta parte, ma siamo nella giusta direzione, chissà cosa ne pensa Etta.

La vera notizia è che la mia vita si è definitivamente (eh eh - sic) assestata, i giorni si susseguono nella loro routine e non so spiegare davvero quanto questo riesca a mettermi di buon umore. Dopo cinque anni di corse sfrenate, enormi quantità di energie spese per vivere ogni giorno in una dimensione sempre diversa alla ricerca di quello che non c'è, mi godo la quiete della stabilità... che sorpresa!

Canzone per ogni giorno
Sound and Vision - David Bowie, da Low

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