Alzarsi per orinare e restare lì, inquieto...
Eccoci io e te città delle ombre...
nei miei periodi più neri ti appartengo in ogni istante della giornata, passano le ore e sento sempre di più la tenebra intorno e all'interno del corpo che mi protegge e mi ingabbia allo stesso tempo. Incapace di agire, incerto su tutto e capace di niente cammino su e giù per l'appartamento che deperisce insieme a me nel tuo torpore emotivo. Mi vedi alla finestra, mentre cerco la luna, sperando in una notte meno buia?
Vieni dentro, accomodati pure dietro il vecchio televisore o su quel letto la cui rete cigola ogni volta mi giro, insonne.
Avanti, parliamo un po'... raccontami di quello che mi hai rubato, degli attimi, degli amici, dai valore alla mia pena, confortami della tua macabra, rassicurante presenza dentro la mia debolezza...
Eccoci città delle ombre, io e te,
ogni volta è più difficile abbandonarti, ogni volta, la permanenza più lunga e debilitante, e tu impassibile, crudele, indifferente... In questi giorni cerco di nuovo di salpare e di lasciarti alle spalle, come sempre sperando ingenuamente di non rivederti più. Ma già lo so, non tarderò...
La voce nello specchio tace, faccio ancora fatica ad accettarla, ma non penso di essere matto, solo timoroso di essere sommerso dalla marea dei miei stessi pensieri.
Con questo piccolo post aggiungo un altro tassello alla mappa di viaggio, si parte
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