venerdì, marzo 14, 2008

Messaggi di tempo

A little piece of something, falling gently down, down, down...

Non so cosa sia, magari non voglio neanche saperlo, però ogni tanto accade, di ritrovarsi a bocca aperta, come di ritorno da un altro luogo o da un altro tempo; recuperare lentamente l'autocoscienza e nel mentre, non poter dire nulla, solo lo stupore stampato su un sorriso sgomento e bambino.
Ieri sera, un concerto devastante, da spelarsi le mani dagli applausi, due veri talenti sul palco, splendida musica, una sala accogliente, l'energia etc... - la cosa terribile della musica, come qualcuno ha detto, è che, dopo averla ascoltata, niente ha più senso, perché niente, ma proprio niente resiste quando si esce dalle sue meraviglie. Tutto appare degradato, inutile, banale rispetto a lei - ma non è stato questo o meglio non solo. Così è iniziato...

I'd rather be beside you, Everything we know so well
Tell me what you feel now, Show me what you think of it

Metropolis e Marzabotto, le speranze di inizio secolo, e le memorie delle sue sconfitte... ancora nebbia, sospinta da una leggera brezza gelida, inonda le strade e le piazze, rapida carica di elettricità i suoi occhi, di nuovo i suoi occhi, dove tutto ha inizio e fine... e allora un altro giorno lungo e piacevole, fatto di lunghe passeggiate per città deserte - non un suono, non un fiore, nel silenzio della notte - e cacce al tesoro immaginarie, di conversazioni e affinità scoperte in un gesto, in una frase, in un battito di ciglia; di nuovo trasporto, terremoti interiori, vulcani accesi sotto lo strato dell'epidermide e piccole tempeste a far ribollire il sangue nelle vene... ancora sospensione, imbarazzo e il senso di incompiuto di una dissonanza non risolta, di nuovo partenze, scene da film sul marciapiede del binario 6 e lunghi viaggi solitari attraverso questo paese dei campanelli.

Tra le mani, un bicchiere di Brugal, la schiena contro le pietre erose da cinquecento anni di vento, sole e nebbia, rimasi un momento immobile, a guardare il panorama oscuro che mi circondava. Passato e presente nei miei ricordi futuri. Siamo il risultato di regole nascoste, della direzione del vento, e, in minima parte, del nostro timone.

It's not about pain we always feel, I know we have our problems But we're not the only ones

Certe volte, in casi rarissimi, ci imbattiamo in persone straordinarie, così eccezionalmente grandi, da riuscire con facoltà inesauribile a mettersi, senza rinunciare a nulla, all'altezza di qualsiasi interlocutore. Un sorriso particolare, ironico e allo stesso tempo affettuoso, introduce un volto che tutti subito, istantaneamente, si sentono in dovere di adottare, di proteggere, e che ricambia, dando importanza agli oggetti e alle persone con cui viene a che fare, seducendole, semplicemente col racconto di qualcosa di loro interesse, con silenzi ed elegante disinvoltura.

It's not about you it's not about me, It's not about anger It's more about the loneliness we feel

Come in un quadro divisionista, macchiaolo e forse pointillista, sicuramente dada, i ricordi di questi giorni di linfa vitale son come piccole gemme incastonate in una tela, colori, lasciati dagli attrezzi più disparati; oggi mi sembra di non cogliere appieno le simmetrie, sono ancora colpito dal colore, dall'intensità, ma forse sono ancora solamente troppo poco distante.

Canzone tra le righe
Not About Us - Ray Wilson, da Live & Acoustic

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